Settantacinque anni sono un traguardo importante, soprattutto quando raccontano una storia di coraggio, sacrificio e visione. La cooperativa Libertà e Lavoro ha festeggiato questo anniversario nelle scorse settimane insieme a soci, collaboratori e istituzioni, presso l’azienda agricola Lamone di via Sant’Alberto a Ravenna.
L’importante anniversario è stato il momento per la cooperativa per riflettere sulle tappe fondamentali della sua storica attività: nata nel 1950 a Castiglione di Ravenna, dall’iniziativa di 25 soci fondatori, Libertà e Lavoro ha saputo creare lavoro per i braccianti, boari e mezzadri che nell’immediato dopoguerra faticavano a trovare occupazione. Il loro sogno – sottolinea il presidente della cooperativa Guido Bianchi – era “conquistare la propria libertà attraverso il lavoro cooperativo: così Libertà e Lavoro non era solo un nome, ma un manifesto di autodeterminazione e riscatto sociale”.
E la scelta strategica di puntare sulla trasformazione delle materie prime agricole si sia rivelata vincente, garantendo solidità e crescita alla cooperativa: “Oggi la cooperativa sviluppa molteplici attività e gli importanti risultati ottenuti negli ultimi anni sono il frutto di investimenti lungimiranti – evidenzia il direttore di Libertà e Lavoro, Gabriele Nannuzzi -. Tra gli ultimi investimenti ci sono la nuova stalla da 520 cuccette e la sala di mungitura robotizzata”.
Queste recenti innovazioni sono state inaugurate proprio durante l’evento di celebrazione del settantacinquesimo anniversario con il taglio del nastro affidato al presidente Bianchi, al sindaco di Ravenna Alessandro Barattoni e a Simona Caselli, presidente di Granlatte.
La stessa presidente di Granlatte, Simona Caselli nel suo intervento ha sottolineato il valore del sistema cooperativo, capace di unire generazioni e di rinnovarsi senza perdere la propria identità. “Avete un bel nome, non cambiatelo mai”, ha commentato, affrontando poi i temi dei mercati e del futuro della Pac.